Argentina, con circa duecento anni di tradizione nel produrre e consumare vino fino, ha iniziato la sua esperienza quando i primi esemplari di "vitis vinifera" sono state portate in America dai colonizzatori spagnoli al inizio del XVI secolo.
I preti cattolici che sono arrivati in queste terre hanno piantato vigneti nella prossimità dei loro monasteri, al fine di garantire il vino necessario per celebrare la Santa Messa. Ai Gesuiti piaceva molto il vino di Cuyo (Mendoza e San Juan) che era "molto generoso e forte, in grado di sopportare lunghi viaggi senza soffrire la perdita delle sue caratteristiche."
Favorita dalle ottime condizioni climatiche e del suolo, la "vitis vinifera" ha cominciato uno sviluppo pieno e accelerato, in particolare nelle regioni vicino alle Ande.
Dopo anni di sviluppo primitivo e rudimentale, nel corso del XIX secolo gli immigrati europei hanno portato nuove tecniche di coltivazione ed altre varietà di vitigni, che hanno trovato ai piedi delle Ande e nella valle del fiume Colorado l'habitat ideale per la loro crescita.
Durante l'ultima parte del XIX secolo, colla costruzione di ferrovie a Buenos Aires, la provincia di Mendoza e le sue terre privilegiate sono diventate il centro di espansione dell’industria del vino, che era già diffusa in altre regioni della zona delle Ande, come ad esempio San Juan, Catamarca, Salta e La Rioja.
Famiglie che erano arrivate dall’Europa, principalmente italiani, con una lunga tradizione nell’elaborazione del vino, si stabilirono definitivamente in queste province e impiantarono nuove varietà.
In torno al 1860 arrivarono i primi vitigni di uva Malbec a Mendoza. Per lungo tempo, erano state le “criollas” –tra cui c’erano varietà di rosso e di bianco- le uniche uve coltivate nel paese. Questo, aggiunto a una tecnologia molto precaria per la produzione di vino, fece si che appena in torno al 1900 si producessero cambi significativi nella qualità del prodotto.
L'arrivo a Mendoza, in torno al anno 1850, del'agronomo francese Michel Aimé Pouget fu trascendente, dal momento che introdusse varietà francese di maggiore qualità. I primi vitigni arrivarono dal Cile e poi Pouget ne aggiunse altre provenienti direttamente dalla Francia. Per diffondere la conoscenza rilativa alla uva e alla coltura del vino, era già stato creata a Mendoza la “Quinta Norma Agronómica” e la sua Cantina Modello, la prima scuola specializzata nel settore agricolo, con particolare attenzione a pratiche enologiche. Di questa Cantina Modello, la cui costruzione fatta nel 1902 è ancora in piedi come un patrimonio storico culturale, si diplomarono i primi enologi del paese.
Mendoza cominciò a distinguersi come una zona produttrice di vino e questo si accentuò con l'inaugurazione della ferrovia nel 1885, la quale univa -attraverso più di 1100 chilometri-il porto di Buenos Aires con le province di Cuyo. Questo ridusse i problemi di trasporto e aumentò lo scambio di merci con un conseguente aumento della produzione. Quindi, i vini prodotti a Mendoza e San Juan presto acquistarono fama nei principali centri urbani del paese.
Malbec, Cabernet, Pinot, Semillón, Merlot e Chardonnay hanno trovato le condizioni ideali e prosperarono rapidamente, dando origine ai primi vini fini argentini. Questo sviluppo include la elaborazione, con il metodo champenois, di vino spumante di una straordinaria finezza e delicatezza.
Una temperatura adeguata, lunghe ore di sole, pioggie scarse, bassa umidità relativa e la assenza di forti venti, crearono insieme a loro suolo eccezionale un’ambiente ecologico per la produzione di uva della massima qualità.